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Gli 80 anni di Gianni Rivera

Gianni Rivera, all’anagrafe Giovanni Rivera  nasce ad Alessandria, il 18 agosto 1943), ex politico ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampistacampione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 con la nazionale italiana, vincitore di scudettti, coppe dei campioni e di una coppa Intercontinentale come capitano del Milan.

Gli 80 anni di una delle icone del calcio milanese, protagonista con il simbolo interista Sandro Mazzola della famosa staffetta nella nazionale ai mondiali di Messico 70, dove segno’ il gol decisivo in quella che venne definita la partita del secolo, Italia – Germania 4-3

Primo Pallone d’oro italiano nel 1969[1], è considerato uno dei migliori giocatori italiani di sempre e uno tra i più grandi della storia del calcio[2]. Esordì in Serie A a quindici anni con la maglia dell’Alessandria; col Milan, nel quale militò per diciannove stagioni (dodici da capitano)[3], fu tre volte campione italiano, due volte europeo e una volta intercontinentale[4]. 11º per numero di presenze in Serie A (527), con 128 reti è il centrocampista più prolifico nella storia della massima serie.

Tra il 1962 e il 1974 ha fatto parte della nazionale italiana, totalizzando 60 presenze e 14 reti; i quattro campionati del mondo disputati lo pongono al secondo posto – alle spalle di Gianluigi Buffon – tra i giocatori italiani con più partecipazioni alla competizione iridata, a pari merito con Enrico AlbertosiGiuseppe BergomiFabio CannavaroPaolo Maldini e Dino Zoff[5].

Occupa la 19ª posizione, primo degli italiani, nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla IFFHS nel 2000. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, lista dei 125 più grandi giocatori viventi compilata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione; nello stesso anno è risultato 35º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti[6]. Nel 2013 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano[7] e nel 2015 è stato tra i primi cento atleti selezionati dal CONI per la Walk of Fame dello sport italiano[8].

Elegante e un po’ troppo raffinato, come giocatore divise gli opinionisti tra chi lo considerava un fuoriclasse inarrivabile e chi, come il giornalista Gianni Brera, lo definiva l’abatino, paragonandone l’atteggiamento in campo alla mansuetudine del chierico.

Protagonista anche a livello di sindacato calciatori, dal 1987 è attivo in campo politico e ha ricoperto vari incarichi parlamentari e governativi, quali quello di sottosegretario alla difesa.

80 anni, 8 volte 10, il suo numero di maglia, che ha contribuito a rendere mitico, anticipando altri 10 italiani leggendari, come Antognoni, Baggio, Del Piero e Totti.

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