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Il 27 gennaio 1901 moriva a Milano Giuseppe Verdi

Il 27 Gennaio 1901, Milano piangeva la morte di Giuseppe Verdi, compositore tra i piu’ noti e ispiratori del risorgimento che porto’ all’Unita’ d’Italia. Le sue opere gli valsero un successo senza pari ed un seggio da deputato nel primo Parlamento italiano, quello del 1861.

Milanese d’adozione, vera istituzione della lirica, sulla sua scomparsa e sui funerali Milano e’ ricca di aneddoti che molto somigliano a leggende metropolitane.

Figlio di un oste e di una filatrice, quando a 18 anni tentò l’esame di ammissione al Conservatorio di Milano, fu respinto “per scorretta posizione della mano e raggiunti limiti di età”.

Una decina d’anni dopo aveva già composto un’opera tanto popolare che veniva cantata persino lungo le strade. Era il Nabucco, eseguito alla scala nel 1842. Seguì un tempo di vita tanto fitto di creazioni che, riguardando a ritroso a quelli che furono gli anni più fervidi della sua esistenza, Verdi li considerò, sono parole sue, “anni di galera”.

Quando la morte si annunciò in modo improvviso, un malore che lo colse lungo la strada, le strade di Milano furono cosparse di paglia perché il rumore degli zoccoli dei cavalli non turbasse gli ultimi giorni del Maestro. Ebbe esequie semplici e sobrie, come la sua vita, ma quando il corpo fu traslato alla casa degli artisti di Milano, sulle gradinate l’attendeva un coro di ottocento voci che, dirette da Arturo Toscanini, intonarono per lui il Coro del Nabucco.

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